Topoleone, Sorcia e Diana. 3/?
Ancora sulla formazione dei gattini.
O micetti, se si preferisce.
Vi sono delle situazioni in cui, mediante l’applicazione costante e volenterosa, alcuni difetti possono essere mitigati. Nel post precedente, ho richiamato il caso del detto “chi nasce quadro non muore tondo”. Immaginiamo di applicare alla realtà profonda (paradossale) questo detto. Siamo sicuri che non sia valido in assoluto? Personalmente mi sento di produrre questi due esempi.
In un primo caso abbiamo un pompelmo. Non è certo quadrato e mi sembra più simile ad una sfera. Tagliandolo con un coltello moto affilato, possiamo ottenere un cubo di pompelmo in polpa. Quindi, siamo riusciti ad estrarre da una quasi-sfera un quasi-cubo con l’inconveniente che la nuova forma non sarà duratura e, una volta abbandonata a se stessa, in poco tempo marcirà.
In un secondo caso, immaginiamo invece un cerchio di rame. Battendolo adeguatamente con lo strumento adatto, potremo trasformarlo in un quadrato quasi perfetto. Siamo riusciti a trasformare un’entità in un’altra mediante l’applicazione ripetuta di un metodo.
Nella formazione, nell’istruzione e nella educazione si può assistere a situazioni simili. Se sono un calciatore non dotato di un particolare talento, forse non riuscirò a diventare bravo come Maradona o Crujiff però posso aspirare, mediante lo studio, l’applicazione, l’allenamento e l’attenzione, a diventare un ottimo giocatore e magari arrivare a livelli professionistici.
Anche qui ci soccore ancora una volta un proverbio: “Il successo è costituito da una parte di talento e da tanto sudore”, quasi ad esemplificare quanto detto. Giochiamo un attimo coi numeri. Se i miei valori di partenza sono 10t di talento e 50s di sudore. il prodotto sarà pari a 500ts. Ma se io avessi come valori di partenza 50t e 50s, il valore finale sarà 2500ts. Il fattore fondamentale quindi è il talento. Non sempre siamo in grado di riconoscere i nostri talenti e in che misura li possediamo. Per questo motivo sarà necessario l’intervento esterno di un esperto che possa avere una funzione maieutica.
Già, ma cosa c’entrano, stavolta, i gattini?
Beh, stavolta forse c’entrano davvero poco, perché questa modalità di formazione sembra applicarsi ben poco ad essi. Mentre un umano può, con l’addestramento, provare nuove figure, immaginare nuovi trucchi, sperimentare nuovi giochi o tentare nuovi esperimenti, i gattini credo non siano in grado. A volte mi vien da pensare che sia a causa della troppo breve vita che li costringe a compattare in pochi anni tutte le esperienze della vita. Oppure dal poco tempo che trascorre tra la nascita e la fase riproduttiva. Chissà se tra 6.000 anni ….