Ing. Gianluca MARRONI

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Formazione e coinvolgimento

In un precedente post, scrivendo del perché mi piace essere formatore, mi sono riferito ad un progetto portato avanti con i ministeri delle finanze Olandese e Finlandese e con la Commissione Europea-DG Taxud.

Erano i primi anni del XXI secolo e di e-learning non ne sapevamo ancora abbastanza (il che accade ancora oggi) e per questo motivo ci ponevamo continuamente domande. Naturalmente, non lo facevamo da accademici ma piuttosto da “praticoni”, considerata proprio la novità del particolare settore, rispetto al quale molto era ancora da inventare.

Con Chris Van Holland, davanti al classico informale boccale di birra ci ponemmo quella che ci sembrava -e a mio parere ancora lo è- la domanda da 1.000.000 euro: “Come faccio a coinvolgere i miei partecipanti in un progetto formativo?”, che può anche essere tradotta in: “Perché diamine dovrei impegnarmi a studiare ed apprendere queste cose nuove?”.

Sembra una domanda a risposta scontata, ma riflettendo:
1 – Per la scuola materna la motivazione la forniscono i genitori, che hanno bisogno di andare tranquilli al lavoro;
2 – Per la scuola elementare e media, la motivazione la fornisce lo Stato, trattandosi di scuola dell’obbligo;
3 – Per la scuola superiore, la motivazione la cerchiamo in parte in noi stessi secondo le nostre attitudini, in parte ci viene fornita dall’esterno (famiglia, società) sotto forma di aspettative;
4 – Per l’Università e la eventuale specializzazione, la motivazione la cerchiamo in noi stessi ;

Nel mondo della formazione professionale invece la motivazione alla professionale può arrivare, a solo titolo esemplificativo:
1 – voglio acquisire un nuovo brevetto;
2 – voglio partecipare ad un concorso interno;
3 – devo partecipare obbligatoriamente ad un certo numero di ore di formazione per poter continuare ad esercitare la professione e/o mantenere un brevetto;
4 – l’azienda ha licenziato tutti e devo cercare un nuovo lavoro. Ho bisogno di aggiornare le mie abilità;
5 – ho bisogno di rimanere aggiornato rispetto alle nuove tecnologie/metodologie;
6 – desidero imparare una nuova materia, perché sinora non ne ho avuto il tempo.

Mentre nel mondo della formazione accademica sembra che lo stimolo sia sostanzialmente esterno e codificato -il che aiuta tantissimo i docenti-, nel mondo della formazione professionale nulla è così scontato ed il compito del formatore, nel momento in cui progetta uno specifico intervento formativo, deve tenere conto di queste problematiche.

È proprio la mancanza di motivazione che a volte ci impedisce di proseguire in un percorso di apprendimento avviato. Quando stavo preparando la tesi di laurea, mi sono iscritto quasi per scherzo ad un corso di lingua giapponese. Pensavo che conoscere quella lingua sarebbe stato un buon asset per il futuro. Mano a mano che mi avvicinavo al 13 dicembre 1990, data prevista per l’esame di laurea, dovetti scegliere se dedicare tutto il mio tempo alla redazione della laurea o ad approfondire la lingua giapponese. Scelsi di dedicarmi al completamento della tesi, poi all’esame di stato, poi al concorso per tecnologo all’ISTAT. Quando avrei potuto finalmente riprendere lo studio del giapponese, ho dovuto fare i conti con la sopravvenuta mancanza di motivazione: a cosa mi sarebbe conoscere il giapponese all’ISTAT?

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