Un nuovo ordine mondiale? Inevitabile.

Nell’intervento di oggi, il presidente della Russia, Vladimir Putin, ha messo il dito nella piaga dell’Occidente dichiarando a tutto il mondo che è finito il tempo della monocrazia degli Stati Uniti (e quindi dell’Occidente) e che deve nascere un nuovo ordine mondiale.

Non sappiano a quale tipo di ordine mondiale stia pensando lo Zar, però vi sono dei blocchi culturali ed economici nel mondo intorno ai quali si ridisegneranno i futuri rapporti tra i popoli e i paesi.

C’è l’Occidente, ovvero il mondo bianco, liberale, cristiano, economicamente sviluppato. Ne fa parte tutta l’Europa, l’America del Nord e parte -buona parte- dell’America Centro-meridionale, oltre all’Oceania, parte dell’Africa, le Filippine, la Corea del Sud ed il Giappone.

C’è la Cina.

C’è la Russia con i suoi satelliti.

C’è l’India.

Ci sono i paesi dell’Asia che non possono essere immediatamente inquadrati in uno dei raggruppamenti di cui sopra. Mi viene in mente l’Indonesia.

C’è il mondo islamico che galleggia su un mare di petrolio, il quale sarà comunque importante per molto tempo a venire.

Ci sono anche i paesi Africani non definitivamente schierati, ma anche quelli del Sud-America

È vero che l’Occidente ha perso la battaglia della diffusione su scala mondiale della democrazia liberale, ma gran parte del mondo dipende ancora dagli acquisti e dai consumi del mondo occidentale. Riusciremo a mantenere la superiorità tecnologica e finanziaria? Riusciremo a governare le migrazioni? Dovremo necessariamente rivolgerci alla Storia per comprendere ciò che è accaduto al momento del crollo dell’impero Romano?

Si prospettano anni interessanti…