Un mondo a parte… Riflessione minima sui borghi.

Sono andato a vedere il film di Antonio Albanese. E chissene.

Alcune possibili letture:

• quella focalizzata sul maestro che vuole dare una mano, tra frizzi e lazzi, a mantenere l’erogazione dell’istruzione di base in un paesino del Parco Nazionale d’Abruzzo (mi sembra sia Opi, ma nel film viene ridenominato Rupe) ormai tendente allo spopolamento;
• quella che punta l’obiettivo sull’utilizzo, a volte un po’ codino, degli immigrati, siano essi persone che scappano dalla guerra o persone che scappano dalla mancanza di opportunità nel proprio paese;
• quella focalizzata sulla irrisolta problematica dei cosiddetti “borghi”: paesi un tempo caratteristici ma che sono stati snaturati da una narrazione prevalentemente turistico commerciale dimenticandosi che questi borghi (ma anche il “contado!”) sono tali perché ci sono delle persone che ci vivono, ci lavorano e, soprattutto e purtroppo, ci muoiono. Noi cittadini, ammiriamo il foliage, i colori dell’autunno, ma poi, nell’intervallo tra un periodo di vacanze e l’altro, chi si prende cura del meraviglioso borgo? Ne faremo un solo bell’albergo diffuso con servizio di mezza pensione?